mercoledì 30 aprile 2014

Whirlpool, nel triennio 2010-2013 crescono produttività, sicurezza sul lavoro, qualità del prodotto e soddisfazione del cliente

Integrazione delle produzioni, coinvolgimento del personale e formazione: nasce così in Italia
il primo polo europeo dell'elettrodomestico da incasso

Migliore qualità dei prodotti. Maggiore puntualità di consegna. Incremento dei tassi di produttività. Infortuni dimezzati. E non solo: integrazione delle produzioni, coinvolgimento e responsabilizzazione degli impiegati assieme a un programma mirato di formazione per trasformare Cassinetta di Biandronno nel primo polo europeo dell'elettromestico da incasso. È quanto emerge dai dati di una ricerca, condotta da una società di consulenza esterna, che ha analizzato il primo trienno di applicazione (2010-2013) del Whirlpool Productions System negli stabilimenti dell'area EMEA della multinazionale leader nella produzione e commercializzazione di elettrodomestici. In particolare, la ricerca ha mostrato come a migliorare siano state non solo le condizioni di lavoro, ma anche la qualità finale del prodotto con lo 0,65% di chiamate per assistenza registrate nel 2013 contro lo 0,85% del 2010. Migliora anche la puntualità delle consegne, mentre diminuisce il valore delle giacenze in magazzino del 12%. Più in generale viene confermato anche il miglioramento del livello di produttività che, solo nel corso dell'ultimo anno, ha registrato un +4%. Proprio grazie all'applicazione del Whirlpool Production System è stato inoltre possibile integrare le produzioni di Cassinetta di Biandronno, una trasformazione indispensabile che consente allo stabilimento italiano di assumere il ruolo strategico di hub degli elettrodomestici a incasso per tutta la regione EMEA e all'azienda di investire in Italia 280 milioni di euro entro il 2016. «Investiamo nel presente per costruire il nostro futuro -ha dichiarato Davide Castiglioni, Amministratore Delegato Whirlpool Europe. In particolare la filosofia lean alla base del Whirlpool Production System, è nata qualche anno fa proprio nel manufacturing con l'obiettivo di eliminare gli sprechi, abbattere i costi, migliorare la qualità del prodotto e la gestione delle scorte, per estendersi poi a tutti i rami dell'attività aziendale». Il Whirlpool Production System, infatti, coinvolge ogni fase del processo aziendale ed è un sistema basato sull'empowerment cioè sulla maggiore responsabilizzazione del lavoratore al quale venono attribuiti margini più ampi di iniziativa e, dunque, occasioni di crescita professionale. Infatti, oltre al miglioramento degli indici di engagement del personale nel corso dell'ultimo triennio (81/100 del 2013 contro il 64/100 del 2010), «abbiamo erogato 42mila ore di formazione agli oltre 3mila dipendenti che, nella regione EMEA, sono in forza al manufacturing», ha concluso Castiglioni.

www.whirlpoolcorp.com
www.whirlpool.it

L'isola ecologica per i rifiuti elettronici si troverà in negozio: Ecolight ed Hera avviano la sperimentazione

In collaborazione con il Gruppo Hera, il consorzio Ecolight lancia un'iniziativa in Emilia e nella zona di Padova per incrementare la raccolta dei piccoli RAEE e delle pile. «Rispondiamo agli obblighi dell'Uno contro Zero cui sono chiamati i punti vendita»

Ecolight, in collaborazione con il Gruppo Hera, propone in Emilia Romagna e nella zona di Padova un servizio sperimentale: un cassonetto intelligente, interamente autonomo e automatizzato per la raccolta dei rifiuti elettronici di piccole dimensioni, delle lampadine a risparmio energetico e delle pile, dedicato ai punti vendita. «Tutti noi potremo conferire la nostra vecchia apparecchiatura elettronica direttamente in negozio, gratis e senza necessariamente doverne comprare una di equivalente funzionalità», spiega Giancarlo Dezio direttore generale di Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei raee, delle pile e degli accumulatori. «Il servizio che stiamo predisponendo risponde agli obblighi introdotti dalla nuova normativa in materia di rifiuti elettronici, entrata in vigore lo scorso 12 aprile, che ha introdotto il principio dell'Uno contro Zero per i RAEE di piccole dimensioni nei negozi con superficie di vendita superiore ai 400 metri quadrati».
Ai punti vendita viene proposto il posizionamento di cassonetti intelligenti che non necessitano della presenza di alcun operatore. Interamente automatizzati, questi garantiscono la tracciabilità del rifiuto conferito oltre ad un suo corretto processo di recupero e smaltimento. L'accesso per il consumatore è estremamente semplice: basta identificarsi con la tessera sanitaria o, dove distribuita, con l'apposita tessera Hera per l'accesso alla piazzola ecologica. Indicando il tipo di prodotto da conferire, il cassonetto apre uno sportello dove mettere il rifiuto. È possibile conferire esclusivamente i rifiuti elettronici di dimensioni ridotte, come cellulari e piccoli elettrodomestici oltre alle lampadine a risparmio energetico e le classiche pile portatili.
«In concreto, si tratta di un doppio servizio che proponiamo sia alla distribuzione nell'intento di sgravarli dalla gestione di questi rifiuti, sia ai consumatori che sapranno che in un determinato punto potranno portare i loro rifiuti elettronici - prosegue Dezio -. L'intento non è solamente proseguire in quel cammino di sensibilizzazione e di conoscenza dei RAEE, ma anche di dare un significativo contributo alla raccolta di questi rifiuti. I nuovi traguardi indicati dalla normativa sono impegnativi: nei prossimi due anni dovremo passare dai 4 kg procapite raccolti ai 12. E per questo occorre l'impegno di tutti: nostro, da parte della distribuzione e da parte dei cittadini».
Ecolight raccoglie tra i propri consorziati oltre il 90% del mondo della Grande Distribuzione Organizzata. «Come consorzio abbiamo voluto andare incontro alle nuove esigenze dei punti vendita in tema di obbligo dell'Uno contro Zero - il direttore generale di Ecolight -. Ampliando la sperimentazione avviata con il progetto europeo Identis WEEE, insieme al Gruppo Hera abbiamo deciso di estendere l'utilizzo dei prototipi sviluppati nell'ambito del progetto ad una più ampia platea di negozi e di consumatori. Si tratta di un'iniziativa ancora in fase di sperimentazione ma che già garantisce la piena funzionalità del servizio nei punti vendita che ricadono nelle aree dell'Emilia Romagna dove Hera gestisce il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti».
Il servizio è in fase di predisposizione in Emilia Romagna. A breve un analogo servizio sarà proposto anche per la zona di Padova, dove il consorzio opererà in collaborazione con le strutture di Aps Acegas, società del Gruppo Hera.

www.ecolight.it

 

martedì 22 aprile 2014

Il congresso JRE da Berlucchi

In Franciacorta il Congresso dei Jeunes Restaurateurs d'Europe

 

La Guido Berlucchi di Borgonato in Franciacorta ha accolto lunedì 24 marzo il congresso nazionale dei Jeunes Restaurateurs d'Europe, l'associazione che raggruppa i giovani cuochi più talentuosi, uniti dalla spiccata ricerca della creatività nel piatto.

"È un onore ricevere nella nostra sede storica i Jeunes, così familiarmente li chiamiamo", dice Cristina Ziliani, responsabile della comunicazione Berlucchi. "La nostra partnership prosegue con soddisfazione da anni, in loro abbiamo trovato interlocutori attenti, dinamici. Basti pensare con quanto entusiasmo hanno scelto il loro Cellarius Millesimato favorito, personalizzando lo sciroppo di dosaggio e creando un Franciacorta su misura: Cellarius JRE".

Proprio quest'ultimo vino è stato servito, insieme agli altri più rappresentativi della casa, durante l'esclusiva cena di gala ispirata al pranzo di Babette, a palazzo Lana Berlucchi.

Nell'antica dimora, residenza di Guido Berlucchi adiacente alle cantine, fu riscritto il destino del territorio: qui il nobiluomo ricevette l'enologo Franco Ziliani, che gli suggerì di produrre il primo metodo classico di Franciacorta. Erano gli anni Cinquanta del Novecento e il resto, come si dice, è storia.

 

www.berlucchi.it

Assocalzaturifici: esito positivo per il Made In

"Questa vittoria è di tutte le aziende, che vedono finalmente riconosciuta e tutelata l'eccellenza della loro produzione manifatturiera, e di tutti i consumatori europei che finalmente possono acquistare in maniera trasparente in Europa, unica tra le maggiori economie mondiali che ancora non prevedeva per legge l'etichettatura d'origine per le merci che circolano al suo interno".

Commenta così il presidente di Assocalzaturifici Cleto Sagripanti l'esito molto positivo del voto del 15 Aprile al Parlamento Europeo in merito all'art. 7 del Regolamento comunitario sulla sicurezza dei prodotti destinati ai consumatori, che sancisce l'obbligatorietà  di indicazione d'origine per le merci circolanti in Europa. Sono stati 485 i voti a favore, 130 quelli contrari e 27 gli astenuti.

"Assocalzaturifici ha combattuto per anni per questo importante risultato, che segna certamente un punto di svolta decisivo - conclude il presidente Sagripanti. Resta ancora molto da fare ma abbiamo ora la certezza di aver raggiunto un momento significativo della nostra battaglia, nella quale abbiamo creduto e investito risorse e impegno, in costante sinergia con Confindustria e in strettissima collaborazione con tanti nostri eurodeputati, che, nonostante la scadenza per la presentazione delle liste elettorali per le prossime votazioni europee, non hanno mancato oggi questo appuntamento così decisivo con il voto. Questo grande risultato, che sorprende nei numeri, non potrà  non esercitare una forte pressione sul consiglio europeo dei ministri, che dovrà  esprimersi su questa norma proprio durante il semestre di presidenza italiana che inizierà  il prossimo luglio".



www.assocalzaturifici.it
 

Il microcredito come risposta ai bisogni emergenti

Tre soggetti danno vita ad un progetto sperimentale per sostenere nuove povertà e necessità urgenti. Un esempio già preso a modello dalla Provincia di Milano. A Busto Garolfo Comune, Banca di Credito Cooperativo e Caritas fanno rete. Al via anche la nuova carta sociale comunale ricaricabile per l'erogazione dei sussidi.

Per rispondere ai bisogni occorre fare rete. Comune di Busto Garolfo, Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate e Caritas parrocchiale hanno siglato una convenzione per dare vita al nuovo progetto sperimentale di microcredito in aiuto alle famiglie in difficoltà. L'obiettivo è sostenere la crescita socio-economica di famiglie a rischio di povertà o in stato di forte disagio sociale ed economico con dei piccoli prestiti mirati a risolvere emergenze contingenti.
La filosofia alla base è quella della responsabilità condivisa. O meglio, «dell'aiutarsi a vicenda», sottolinea il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi. «Come realtà locale e come realtà di credito cooperativo abbiamo fatto della mutualità e dell'aiutarsi a crescere i nostri principi cardine. Sta infatti scritto nella nostra Carta dei Valori che "obiettivo del Credito Cooperativo è produrre utilità e vantaggi, è creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità locale e "fabbricare" fiducia"; lungo questa linea ci siamo mossi facendo nostra l'iniziativa del Comune».
Il progetto sperimentale di microcredito si inserisce nella collaborazione avviata tre anni fa tra gli stessi tre soggetti con l'iniziativa "Lavori in corso" per creare occasioni di occupazione attraverso lavori socialmente utili. Osserva il sindaco di Busto Garolfo, Angelo Pirazzini: «Il microcredito vuole essere una risposta ai bisogni caratterizzati da straordinarietà, essenzialità e sostenibilità. Ovvero, esigenze temporanee e improvvise che riguardano bisogni primari - ad esempio pagamento dell'affitto o di utenze, spese mediche - a patto che ci siano le condizioni per una restituzione del prestito. Si vuole stimolare l'autonomia, la responsabilità, le capacità di chi riceve il finanziamento, mettendolo nella condizione di realizzare il proprio progetto di vita ». In altri termini, «parliamo di educazione assistenziale», aggiunge don Ambrogio Colombo parroco di Busto Garolfo e presidente della Caritas. «Viene posta una rete a sostegno delle nuove povertà nell'ottica di dare delle risposte, ma anche di creare un volano di crescita. Il concetto dell'aiuto è propedeutico a quello dell'educazione e della crescita affinché chi oggi viene aiutato possa un domani aiutare altri». Il progetto sembra già destinato a fare scuola. Come afferma l'assessore alle Politiche sociali della Provincia di Milano, Massimo Pagani: «La capacità dei soggetti del territorio di fare rete è fondamentale per dare risposte concrete alle necessità di una fetta sempre maggiore di cittadini. La condivisione di risorse e competenze tra enti pubblici e privati, Terzo settore e soggetti ecclesiali é un metodo di lavoro che la Provincia ha sempre promosso, forte anche dei suoi compiti di coordinamento territoriale. L'assessorato provinciale alle Politiche sociali sta progettando interventi di sostegno al reddito similari, seppur su scala più vasta, a quello realizzato a Busto Garolfo, che certamente rappresenterà un modello di riferimento».
Il progetto sperimentale di microcredito prevede l'erogazione di importi fino a 1.500-2.000 euro da restituire in massimo due anni; ogni richiesta sarà vagliata dai Servizi sociali del Comune e dalla Caritas e inserita in un progetto personalizzato con obiettivi e impegni. Sono previsti attività di monitoraggio e accompagnamento del beneficiario del prestito da parte dei Servizi sociali e della Caritas.
Accanto a questa iniziativa, l'amministrazione comunale, con la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, lancia anche una nuova card per l'erogazione dei sussidi comunali. Non più dei buoni, ma una carta di credito prepagata, meno riconoscibile e che potrebbe essere anche impiegata in differenti negozi. «L'intento è intervenire con uno strumento più agevole per sostenere le famiglie bisognose, coinvolgendo tutti gli esercizi pubblici del paese», spiega l'assessore ai Servizi sociali di Busto Garolfo, Vittorio Castoldi. «Auspichiamo una collaborazione da parte dei commercianti con l'applicazione di uno sconto del 5% (come già avviene per la social card) sugli acquisti effettuati con la carta sociale comunale». L'uso della card permetterebbe di verificare l'effettiva spesa ma anche alleggerire il lavoro burocratico degli uffici.

Cambio di proprietà per Garmont

Il marchio veneto leader nel segmento della calzatura outdoor è stato acquisito dal Gruppo Bressan.

Creata una nuova società, Garmont International Srl, che avrà l'obiettivo di rendere il brand ancora più competitivo sia in Italia che all'estero. 

 

Cambio di proprietà per Garmont, marchio veneto leader nel segmento delle calzature per l'escursionismo e altre attività all'aperto. Il Gruppo Bressan, di Pierangelo Bressan, ha infatti siglato un accordo che prevede l'acquisizione del marchio italiano la cui gestione viene affidata alla nuova società Garmont International Srl. 
Pierangelo Bressan, titolare dell'azienda Prisma 2 Srl (specializzata nel design e nello sviluppo di abbigliamento outdoor) e presidente di Pedarco Srl (depositaria dell'innovativo sistema Pedarco® per l'automatizzazione dei cavalcavia pedonali) è anche cofondatore e azionista di VeNetWork SpA, importante network di circa 50 imprenditori veneti che si è posto come mission la promozione della cultura d'impresa attraverso il finanziamento di attività imprenditoriali con particolare attenzione al territorio e all'occupazione. Bressan è inoltre cofondatore e azionista di VeNetronic Srl, network con le stesse finalità di VeNetwork ma operativo prevalentemente nel settore dell'elettronica e della gestione dell'energia tramite altre sub-holding alla stessa collegata.
La nuova azienda, cessionaria del brand, manterrà la sede operativa a Volpago del Montello, in provincia di Treviso, avvalendosi delle professionalità già presenti nella gestione precedente. Un chiaro segnale, quello lanciato dalla nuova proprietà, di radicamento e fedeltà a un territorio che ha visto nascere e affermarsi uno dei marchi italiani più famosi al mondo nell'ambito della calzatura outdoor, a cui si unisce la volontà di mantenere posti di lavoro in una regione già profondamente segnata dalla crisi.
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Sono orgoglioso di rilevare un brand dal potenziale notevole, leader di mercato e particolarmente ricco di storia - ha dichiarato Pierangelo Bressan, presidente di Garmont International Srl -. Il nostro principale obiettivo sarà quello di rafforzare ulteriormente la leadership di Garmont rendendolo ancora più competitivo in un mercato in continuo cambiamento, ma anche di rafforzare i nostri servizi per meglio incontrare le necessità del cliente."
Garmont International Srl dunque continuerà a impegnarsi per offrire al mercato una gamma completa di calzature destinata agli appassionati dell'outdoor, proponendo modelli altamente performanti e sempre all'insegna dell'alta qualità e tecnicità, con l'obiettivo di migliorare continuamente l'esperienza dell'utente finale, in termini di comfort e funzione.
Fondato nel 1964, Garmont è un marchio leader nella produzione di calzature da montagna e altre attività outdoor, distribuito a livello mondiale in oltre 40 paesi. Da sempre sinonimo di qualità e innovazione tecnologica, il brand ha fatto della ricerca costante dei materiali e di nuove soluzioni il proprio tratto distintivo, assicurando nel contempo artigianalità e cura del dettaglio che da sempre contraddistinguono tutte le calzature Garmont.

www.garmont.com

EIRE, fiera internazionale del Real Estate: Tourism for Italy

La rigenerazione del patrimonio pubblico italiano per lo sviluppo turismo sarà uno dei temi di punta di EIRE la fiera internazionale del Real estate, a Fieramilanocity dal 24 al 26 giugno.
Con "Tourism for Italy" compagnie alberghiere e professionisti del settore illustreranno i migliori progetti di sviluppo e di riconversione e verranno presentate le principali iniziative di ristrutturazione per realizzare in Italia, strutture ricettive in linea con la nuova tendenza del turismo di lusso. "Tourism for Italy" non sarà solo uno spazio espositivo ma sarà predisposta un'area dedicata alla presentazione delle migliori opportunità d'investimento destinate a iniziative immobiliari turistiche. Tra queste, per esempio, le formule moderne dell' "albergo diffuso" e del "resort integrato": il primo, grazie al recupero dell'esistente, mira a conciliare la vacanza con la riscoperta di borghi inesplorati (15.000 in Italia); il secondo coniuga, invece, l'esigenza turistica tradizionale con l'organizzazione di eventi paralleli e la valorizzazione del patrimonio naturalistico.
"L'Italia, che dispone di ben 49 siti catalogati dall'Unesco nella celebre "World Heritage List", deve ripartire dai suoi asset storici, naturali e antropologici - ha dichiarato il presidente di Ge.Fi. - Gestione Fiere Spa, Antonio Intiglietta -. In quest'ottica, il mondo del real estate italiano fornirà il proprio contributo rilanciando, con forza, il tema della rigenerazione".

Tecnosicurezza: «Le aziende italiane sono a rischio: cellulari e social i più esposti»

In un evento organizzato a Mogliano Veneto (TV) da beanTech e Dell SonicWall è stata tracciata l'anatomia dei rischi e delle soluzioni.

Avete memorizzato il pin della carta di credito sul cellulare? Usate sempre la stessa password, che magari è il nome di vostro figlio?Pensate che un buon firewall unito a un buon antivirus metta il vostro computer al riparo dai pericoli? Attenzione, siete dei bersagli facili per gli attacchi informatici. E il fatto di essere in buona compagnia, non è certo una consolazione. È quanto emerso dall'incontro che si è svolto giovedì 27 marzo a Mogliano Veneto (TV) dal titolo "Sicurezza informatica secondo Dell SonicWall".
I professionisti di beanTech, azienda friulana specializzata in soluzioni IT, insieme con Dell SonicWall, azienda leader a livello mondiale per le soluzioni di protezione di dati e rete, hanno tracciato l'anatomia degli attacchi informatici più frequenti e delle soluzioni per difendersi. Ne emerge un quadro a tinte fosche, in cui prevale la scarsa conoscenza della portata del problema e dei rischi che si corrono, soprattutto a livello aziendale. «Lo spionaggio industriale è molto diffuso, anche tra le PMI italiane, e spesso si è vittima di attacchi senza nemmeno saperlo - argomenta Daniele Berini, sales specialist di beanTech -. Ci siamo imbattuti in un'azienda che perdeva sempre i bandi di gara, in quanto una concorrente faceva offerte più basse di pochi euro: abbiamo scoperto che erano riusciti a entrare nel sistema aziendale in modo da vedere l'offerta in anteprima e tarare la loro di conseguenza».
Oggi, soprattutto per le piccole e medie imprese, il rischio di essere oggetto di un attacco informatico è molto più di un'ipotesi: «Quasi tutte le aziende hanno molti "punti scoperti" che possono essere presi di mira dai cyber criminali: di solito tali aziende investono in soluzioni che, quasi sempre, sono slegate tra loro o che non riescono a tenere il passo delle nuove minacce - dice Cristiano Cafferata, team leader Dell Security Italia -. Facciamo l'esempio di una casa: è come avere l'allarme sulle porte, ma non sulle finestre. Molte aziende, ad esempio, hanno un buon firewall, ma non sanno che, se anche l'email non è protetta, può far entrare dei sistemi che lo "aggirano". Senza contare che, sia gli attacchi, sia le soluzioni, sono in costante mutamento. La proposta di Dell è la Connected Security per far lavorare in sinergia i vari dispositivi di sicurezza, mantenendoli sempre aggiornati. Uniscono ad esempio il firewall con l'antispam con l'identificazione dell'utente, in modo da non lasciare punti scoperti».
Secondo i dati Dell, il 79% delle aziende che l'anno scorso hanno avuto incidenti informatici hanno avuto un impatto finanziario o sulla reputazione. Oggi il 75% degli attacchi ha delle motivazioni economiche e non ha un target specifico. E poi ci sono le nuove frontiere degli attacchi informatici: il 29% degli attacchi viaggia sui social (e-mail, telefonini e social network).
«Le vulnerabilità non risolte e la perdita di dati sono ancora argomenti caldi in tema di sicurezza, ma ciò che rende la loro risoluzione ancora più difficoltosa è dato dalla diversità dei dispositivi su cui si fruiscono le informazioni - aggiunge Claudia Parodi, channel account manager di Dell SonicWall -. Gli smartphone sono uno dei fronti più esposti agli attacchi per diversi motivi: sono molto più diffusi dei computer ed è quindi normale che diventino dei bersagli; non sono stati creati con il concetto della sicurezza ed infine, in quanto spesso utilizzati attraverso il BYOD - Bring Your Own Device (ossia la possibilità di usare i propri dispositivi per accedere alle informazioni aziendali e alle loro applicazioni), sono esposti a notevoli rischi. Senza considerare che basta banalmente perdere il telefono per perdere i dati. Anche aziendali».
Le soluzioni esistono, basta affidarsi ad esperti: «Oggi ci sono gli MDM, Mobile Device management, software che nascono per il controllo e che permettono di dividere in due il disco dello smartphone, una parte per i dati aziendali e una per quelli personale. In questo modo l'azienda può cifrare la parte che la riguarda, anche quando vengono esportati su cloud o su Dropbox, può cancellare i dati in caso di furto/perdita o geolocalizzarli» conclude Cafferata.
All'incontro organizzato da beanTech e Dell SonicWall hanno partecipato 34 IT manager delle più importanti aziende della zona confermando l'attualità del tema e l'interesse verso le soluzioni informatiche più evolute, capaci di far fronte ai rischi odierni, ma anche di evolversi con l'evoluzione di essi.

www.beantech.it