Crollano le case di piccole dimensioni. Resistono invece le abitazioni medio-grandi. Non solo: a fronte di zone che risentono più della crisi, emergono nuove aree dove le compravendite sono in crescita. Questo il quadro che emerge dai dati dell'Agenzia del Territorio sulla provincia di Varese. Possiamo parlare di una fotografia a "due facce" per il mercato immobiliare? «Il dato di partenza resta di una forte crisi, anche se possiamo osservare delle nicchie dove il mercato sostanzialmente sembra tenere», risponde Carmelo Candore, notaio con studio ad Arcisate, tra i maggiori della provincia varesina. «Il 2011 è stato un anno in cui le vendite immobiliari sono calate notevolmente. I dati parlano di una diminuzione del 6,15 per cento, passando dalle 10.703 abitazioni vendute nel 2010 alle 10.042 dell'anno scorso. In particolare, sui 141 Comuni della provincia risulta che quasi uno su due (52%) ha subito un calo delle compravendite, mentre meno di un terzo (31%) ha avuto un incremento». Possiamo parlare quindi di una fase di calo non generalizzata? «Contrariamente a quanto si possa ipotizzare in un periodo di crisi, la fascia di abitazioni medio-grandi ha subito una contrazione inferiore rispetto al taglio piccolo. Per i monolocali, le contrattazioni sono diminuite di quasi l'8 per cento, mentre per i bilocali il calo è del 12 per cento. Le abitazioni composte da tre, quattro o cinque locali hanno avuto un decremento minimo, intorno all'1 per cento, rimanendo sostanzialmente stabili», prosegue il notaio. Le motivazioni di un andamento così differente potrebbero essere molte: da una crisi che ha colpito e colpisce prevalentemente i redditi medio bassi, ma anche ad una crisi che costringe ad abbassare i prezzi in particolare sulle case più grandi. «Resta un fatto: a Varese c'è una grande attenzione e un forte attaccamento al bene-casa. Basta pensare che, secondo le ultime statistiche, quasi il 90 per cento delle famiglie è proprietario della propria abitazione», commenta il notaio. La zona che ha risentito maggiormente del calo è quella del basso Varesotto. Andando a vedere il numero delle transazioni di compravendita infatti emerge un calo forte sui principali centri urbani. Continua Candore: «Significativa è il dato di una città come Saronno che è passata dalle 441 unità vendute nel 2010 alle 338 del 2011 con un decremento del 23 per cento, oppure di Caronno Pertusella che è passata dalle 424 alle 302 con una diminuzione complessiva 29 per cento». Sembrano tenere meglio, anche se il segno resta negativo, città come Busto Arsizio (-10%) e Gallarate (-13%). Per trovare dei segni positivi occorre spostarsi verso Varese. «Qui, sempre stando ai dati dell'Agenzia del Territorio siamo passati dalle 844 abitazioni vendute nel 2010 alle 890 del 2011, con un incremento del 5 per cento», continua il notaio. «Un vero e proprio "asse d'oro" sembra essere la tratta che passa per Varese, Malnate (+28%), Tradate (+36%) e Fagnano Olona (+15%). In generale le zone vicine alla Svizzera, data la forte presenza di frontalieri, riescono a contenere meglio la dilagante crisi economica, riuscendo in alcuni casi a raggiungere risultati positivi, con le dovute eccezioni come Luino che in un anno ha perso circa l'11 per cento delle vendite». Il 2012 sta dando segnali di ripresa? «Difficile per il momento avere un quadro certo - risponde Candore - Nei primi quattro mesi dell'anno continua il trend negativo; anzi nel complesso, non intravvedendo alcuna ripresa sostanziale, la crisi del mercato della casa sembrerebbe ancora più marcata».
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